Povertà energetica e qualità dell’abitare: una sfida strutturale per il comfort e la salute

3 nov 2025
La povertà energetica è una condizione relativa e multidimensionale, che dipende da diversi fattori: il reddito familiare, l’andamento dei prezzi dell’energia (bollette e forniture) e le caratteristiche dell’abitazione. Le prime due dimensioni sono legate a fattori macro-economici e sociali – come il mercato dell’energia, le dinamiche geopolitiche, il livello medio dei redditi, la stabilità occupazionale e le spese domestiche – mentre la terza riguarda la prestazione energetica dell’edificio, cioè il suo fabbisogno di energia per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda.
Gli edifici con basse prestazioni energetiche (classi F o G) richiedono più combustibile ed elettricità, generando bollette più elevate. Al contrario, quelli con alte classi energetiche (A1–A4) comportano consumi e costi minori, ma hanno anche un valore di mercato più alto. Si crea così un paradosso: le famiglie con redditi più bassi, che hanno minori risorse per pagare l’energia o investire in ristrutturazioni, finiscono per abitare proprio negli edifici meno efficienti e più costosi da gestire.
In assenza di strumenti efficaci per intervenire su reddito, tariffe o riqualificazione energetica, molte famiglie si trovano costrette a limitare l’uso degli impianti: li accendono solo per poche ore al giorno o per pochi mesi l’anno, oppure rinunciano del tutto a sistemi di climatizzazione estiva – dispositivi che, per gli anziani, possono essere veri e propri presidi sanitari durante le ondate di calore. Altri ricorrono a sistemi alternativi e meno sicuri, come stufe a legna, pellet o gas, spesso prive di adeguata manutenzione, con rischi di intossicazione da monossido di carbonio.
La conseguenza è il permanere in ambienti termicamente disagiati (sotto i 20°C o sopra i 26°C), con effetti negativi sulla salubrità (muffe, umidità, polveri) e sulla salute: dalle malattie respiratorie invernali ai colpi di calore estivi — basti pensare ai 70.000 decessi in Europa nell’estate 2022, di cui circa 18.000 in Italia. Inoltre, studi recenti evidenziano effetti anche neurologici e cognitivi nei bambini sotto i tre anni esposti a condizioni di freddo prolungato.
Infine, la povertà energetica è spesso latente: molte famiglie non si riconoscono in questa condizione e considerano “normale” riscaldare poco la casa o affidarsi a soluzioni temporanee come la borsa dell’acqua calda o il ventilatore. Il livello di comfort e la salute degli abitanti risultano così strettamente legati alla possibilità economica di climatizzare gli ambienti in modo adeguato.
L’incontro offrirà ai TED una panoramica approfondita su questo tema, con un focus sugli aspetti edilizi e prestazionali degli edifici, elemento chiave per comprendere e contrastare la povertà energetica.



