L’UE accelera il processo di ristrutturazione del patrimonio edilizio

Lo scorso 25 ottobre il Consiglio europeo ha approvato la revisione della Energy Performance Building Directive (EPBD), la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia il cui precedente aggiornamento risaliva al 2018.

Tutti i nuovi edifici dell’Unione Europea dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, data limite anticipata al 2028 per i nuovi edifici di proprietà degli enti pubblici. Quelli già esistenti, invece, dovranno diventarlo entro il 2050 mentre nel 2033 dovrebbero avere almeno una classe energetica D. Saranno possibili eccezioni per alcuni edifici, tra cui quelli storici, luoghi di culto ed edifici utilizzati per scopi di difesa.

Per quanto riguarda gli edifici esistenti, verranno inoltre introdotti dagli Stati membri degli standard minimi di prestazione energetica, corrispondenti alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per mq/anno:

·         gli edifici non residenziali esistenti dovranno rispettare delle soglie massime di prestazione energetica, basate sul consumo di energia primaria, pari al 15% entro il 2030 e al 25% entro il 2034. Le soglie potranno essere differenti secondo le diverse categorie di edifici;

·         per gli edifici residenziali esistenti, gli standard minimi di prestazione energetica sono stabiliti dai singoli Stati membri sulla base della strategia nazionale intrapresa per la progressiva ristrutturazione del loro parco immobiliare al fine di renderlo a emissioni zero entro il 2050.

In tal modo, si cercherà di ottenere una graduale trasformazione del patrimonio edilizio nazionale attraverso la ristrutturazione degli edifici meno efficienti e quindi con le prestazioni energetiche peggiori.

La revisione sopra descritta rientra nel percorso intrapreso per raggiungere la neutralità climatica dell’UE entro il 2050.

Al fine di rendere ancora più stringente la misura, il prossimo step sarà includere il testo dell’EPBD all’interno del pacchetto Fit for 55.