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Democrazia energetica e inclusione sociale nelle aree interne. Il ruolo della contrattazione sociale e territoriale nel contrasto alla povertà energetica.

9 gen 2023

Quale impatto ha il fenomeno della povertà energetica nella aree non urbane del nostro Paese? La ricerca portata avanti da Fondazione di Vittorio prova a indagare cause e effetti del problema nelle aree più marginali del paese. Ce ne parlerà Serena Rugiero nel corso del prossimo incontro mensile di RETE ASSIST.

Il problema della povertà energetica è stato finora prevalentemente studiato in ambiente urbano. Con il presente progetto si è estesa l’analisi di tale fenomeno anche alle aree più marginali del Paese, i comuni d’area interna periferici e ultra-periferici, quali ambiti territoriali emblematici delle disparità territoriali nell’accesso a beni e servizi fondamentali della cittadinanza, rispetto ai quali il fattore energia riveste un’importanza cruciale.

 

In tal senso le “aree interne” rappresentano spazi privilegiati per definire, misurare e contrastare il fenomeno della povertà energetiche e potenziali laboratori per la costruzione di pratiche innovative di investimento sociale place-based, in favore di una transizione ecologica giusta, nel rispetto dei pieni diritti di cittadinanza.

 

In linea con queste premesse, lo scopo della ricerca-intervento “Democrazia energetica e inclusione sociale nelle aree interne. Il ruolo della contrattazione sociale e territoriale nel contrasto alla povertà energetica” - condotta dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio in collaborazione con lo Spi-Cgil – è sia la rilevazione di dati primari innovativi sul fenomeno della povertà energetica nelle aree più fragili del paese, che l’elaborazione di raccomandazioni e indicazioni di policy per lo sviluppo di appropriate strategie di risposta.

 

La ricerca sul campo, condotta su tutto il territorio nazionale, si è basata su un disegno di campionamento per quote a due stadi: i comuni periferici e ultra-periferici, selezionati con procedura casuale, come unità di primo stadio; le persone di età maggiore a 64 anni residenti negli stessi comuni, come unità di secondo stadio.

 

Il tema dell’accesso all’energia è stato indagato non solo sotto il profilo delle variabili di natura economica - i classici indicatori del reddito e dei bilanci di spesa delle famiglie – ma anche considerando la sua dimensione “sociale”, in modo da cogliere la multidimensionalità del disagio che si esprime in dinamiche di esclusione sociale e di rischio di povertà oggi non più identificabili con la sola deprivazione materiale. Oltre allo studio degli elementi che concorrono a definire la povertà energetica, specifica attenzione è stata posta alle variabili territoriali e, in particolare, quelle riferite all’isolamento geografico, in primis le problematiche relative alla cura della persona, nonché alla rete di relazioni sociali.

 

Sul piano delle pratiche di intervento lo studio mette in luce il ruolo positivo che la contrattazione sociale e territoriale può svolgere, accanto alle attuali politiche di contrasto alla povertà energetica, favorendo sia processi di democratizzazione energetica, sia le energie da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, che la promozione dello sviluppo locale socio-territoriale mediante l’uso virtuoso delle risorse energetiche e ambientali di cui le aree interne sono ricche.

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